Come scritto nell’articolo FASHION REVOLUTION: LA MODA CAMBIA,
il sistema moda necessita di una decelerazione o per meglio dire di un fashion reset. Dunque un ripristino della moda.
Annunciato in una dichiarazione congiunta da due delle più importanti associazioni moda
– ovvero il British Fashion Council (BFC) e il Council of Fashion Designers of America (CFDA) –
il fashion reset rappresenta un approccio del tutto nuovo e distante dal sistema moda attuale.
Da concretizzare nelle settimane successive al COVID-19,
il fashion reset sembra poter essere la necessaria quanto impellente opportunità di rimodellare drasticamente l’intero comparto moda. Tra i cambiamenti, l’azzeramento dei ritmi frenetici ed eccessivi del sistema moda corrente
– volti a penalizzare la creatività dei designers.
Dunque, le due associazioni tramite il fashion reset sembrano voler dare maggiore importanza alla creatività
– messa a dura prova dalle tempistiche disperate del fashion system.
A tal proposito il BFC e il CFDA,
hanno dichiarato l’importanza di limitare il numero delle collezioni a due per anno – raccomandando lo svolgimento delle sfilate in una delle capitali mondiali della moda –
alleviando radicalmente non solo l’impatto ambientale degli shows ma anche e soprattutto lo stress fisico e psicologico a cui gli addetti del settore sono regolarmente sottoposti.
Il fashion reset è quindi volto al benessere ed al sostentamento di un industria della moda migliore –
conforme alla protezione dell’ambiente e alla valorizzazione del lavoro.
Il primo a rispondere all’appello?
Alessandro Michele.
A capo della direzione creativa di Gucci dal 2015, Alessandro Michele ha annunciato tramite post su Instagram la volontà di cambiare.
Dal nome “Appunti dal silenzio“, il post annuncia la decisione presa dal direttore creativo di Gucci di abbandonare i calendari ufficiali delle sfilate.
Alessandro Michele sembra voler ritrovare gli stimoli che lo hanno condotto verso il settore moda, per dare voce ad una nuova creatività.
“In questi giorni di confinamenti […] provo a interrogarmi sul senso del mio agire […] avverto impellente la necessità di cambiare molte cose del mio lavoro […] Il cambiamento che immagino passa innanzitutto attraverso la capacità di ricontattare le ragioni più profonde che mi hanno spinto ad entrare nel mondo della moda. Sento il bisogno di rinnovare un patto, depurando l’essenziale dal superfluo. […] Nel mio domani, abbandonerò quindi il rito stanco della stagionalità e degli show per riappropriarmi di una nuova scansione del tempo, più aderente al mio bisogno espressivo. Ci incontreremo solo due volte l’anno, per condividere i capitoli di una nuova storia.”
In merito alle due collezioni – o meglio i capitoli che faranno parte del brand Gucci – Alessandro Michele scrive:
“Si tratterà di capitoli irregolari, impertinenti e profondamente liberi. Saranno scritti mescolando le regole e i generi. Si nutriranno di nuovi spazi, codici linguistici e piattaforme comunicative.”
Alessandro Michele seguirà dunque i propri tempi
– dettati da una creatività differente e lontana dalla frenesia eccessiva del sistema moda attuale.
Un atto d’amore dal direttore creativo di Gucci – verso il brand e la creatività –
a cui i marchi della moda dovrebbero aderire – ripristinando quello che ad oggi è un sistema moda disfunzionale.
B.