Quando è la moda a dover cambiare
Certamente non è una novità: il sistema moda necessita di un cambiamento radicale. La parola d’ordine? Decelerazione. La moda ha bisogno di rallentare il proprio passo: l’offerta risulta sempre troppo alta rispetto all’effettiva domanda. In altre parole, il sistema moda produce più di quanto serve.
D’altronde, a rigor di logica, per i brands del fashion system una stagione è composta da cinque collezioni: cruise, pre, main, catwalk e haute couture.
Non servono troppe statistiche né analisi di mercato per comprendere quanto il sistema moda attuale possa essere considerato come un bug: un errore di sistema dunque a cui far fronte, per abbracciare maggiormente sostenibilità e lavoro etico.
Ad oggi, molti brands del fashion system globale, hanno deciso di aderire al cambiamento, sostenendo un’industria della moda conforme alla protezione dell’ambiente quanto alla valorizzazione umana in termini di crescita e profitto.
A sostegno di una concreta evoluzione nel sistema moda globale, l’organizzazione no profit Fashion Revolution.
Quando nasce Fashion Revolution? Di cosa si occupa? Vediamolo insieme.
In seguito al disastro avvenuto il 24 Aprile 2013 al Rana Plaza in Bangladesh – edificio industriale volto alla produzione di abbigliamento di grandi marchi della moda globale –
nasce Fashion Revolution, un movimento globale inteso a promuovere eticità del lavoro e sostenibilità ambientale, per la creazione di un futuro della moda etico, sostenibile e trasparente.
L’organizzazione, sensibilizza le aziende verso pratiche di settore conformi ai valori promossi, quanto gli acquirenti verso un consumo responsabile ed informato.
Ad incitare il cambiamento, il Fashion Transparency Index.
L’indice divulgato da Fashion Revolution incoraggia i brands della moda verso l’adozione di una maggiore trasparenza di informazioni politiche, pratiche e di supply chain – o catena di approvvigionamento.
La pubblica divulgazione dell’indice sprona i brands al cambiamento, dunque verso un futuro della moda migliore.
Tra i 250 brands esaminati per l’edizione 2020, il colosso del fast fashion H&M è al primo posto con un indice di trasparenza pari al 73%. Con un indice pari al 48% il brand luxury Gucci, seguito da Balenciaga pari al 47% e a Bottega Veneta pari al 46%.
Nonostante il sistema moda abbia ancora molto da cambiare, con il contributo di Fashion Revolution la trasformazione sembra essere finalmente in atto.
B.